L'affittacamere (Il Giallo Mondadori) by Valerio Varesi

L'affittacamere (Il Giallo Mondadori) by Valerio Varesi

autore:Valerio Varesi [Varesi, Valerio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-03-08T12:00:00+00:00


8

Aveva deciso di lasciare che i fatti accadessero senza intervenire. Sentiva che prima o poi la situazione sarebbe deflagrata, non c’era bisogno di provocare lo scoppio. Perciò, senza far rumore, ridiscese in strada e s’avviò verso casa. Quando ci arrivò, il campanile del palazzo del Governatore batteva le due. Al riparo nella sua tana, provò un immediato sollievo. Finalmente rilassato, si accese un toscano, mise sul fornello un po’ d’acqua e si preparò una camomilla. La bevve osservando ancora la notte silenziosa. Era una delle cose che più gli piaceva fare. Nel frattempo, ripassava i misteri che quel mondo nebbioso custodiva: Fernanda scomparsa, Ghitta ammazzata, Pitti che scarpinava tutta notte come un animale in caccia, quell’Elvira così cinica da suscitare paura, la morte di Dallacasa... Alla fine, tutto confluiva con naturalezza in quella pensione che pareva il perno ben lubrificato attorno al quale girava un intero mondo. Prima di coricarsi ascoltò la segreteria telefonica che da un pezzo lampeggiava sul tavolino: “Hai ritrovato la parola dopo essere passato da quel bordello?” gli chiedeva Angela, intuendo dove aveva concluso la serata. Purtroppo, la pensione Tagliavini e la casa della Schianchi erano anche peggio di un bordello.

Si svegliò tardi e passò dalla questura a metà mattinata trovandola immersa in un sopore festivo. In quei giorni poteva prendersela comoda per via delle ferie e pensò di aver sempre avuto ragione a voler restare al lavoro sotto le feste e ad agosto. Tanto più che Juvara sbrigava tutta la burocrazia che lui si limitava a firmare.

— Stanno sempre cercando la vecchia, vero? — chiese all’ispettore con l’intenzione di essere rassicurato.

— Le pattuglie hanno una foto, ne ho fatte stampare venti copie per loro — rispose quello.

Soneri emise un grugnito con il sigaro tra i denti e dopo qualche minuto uscì. In borgo Angelo Mazza sostò a lungo di fronte al campanello con scritto di fianco FOTO TROMBI. Si sentiva di nuovo addosso la paura di perdere tempo a rovistare tra cose che non c’entravano nulla con l’indagine. Proprio Juvara l’aveva avvertito per l’ennesima volta che i giornalisti lo stavano cercando per chiedergli del delitto. Cosa avrebbe potuto dire? Che ogni tanto andava a spulciare in mezzo a foto del tempo in cui era giovane?

Alla fine suonò. Ricordava quello scantinato pieno di scaffali metallici con tante etichette. Il criterio di archiviazione doveva essere molto personale. Trombi andava per generi: personaggi politici, manifestazioni operaie, eventi sportivi, chiese e monumenti... All’interno di ciascun genere, la suddivisione era cronologica, per annate. Ma il tutto appariva molto astruso e Soneri pensò che, una volta morto l’artefice, nessuno sarebbe stato più in grado di trovare la combinazione di quella cassaforte piena di storia.

— Non sei cambiato molto — osservò il fotografo accogliendolo nello studio.

Il commissario, invece, non poté dire la stessa cosa di lui: Trombi s’era avvizzito e la pelle del viso sembrava colargli sul mento come cera sciolta. Gli fece cenno di sedere mentre spariva in un’altra stanza di quel locale con piccole finestre che si aprivano pochi centimetri sopra il marciapiede.



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